
Le fonti

L'Afghanistan
L'Afghanistan è uno stato senza sbocco sul mare di 652864 km² e di 38 041 754 abitanti, con capitale Kabul. Confina a ovest con l'Iran, a sud e a est con il Pakistan, a nord con il Turkmenistan, l'Uzbekistan e il Tagikistan e con la Cina nella regione più a est della nazione (corridoio del Vacan). Le lingue ufficiali del paese sono il pashtu e il dari.
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Le origini

Il territorio dell’odierno Afghanistan era già abitato nel Neolitico, 100 mila anni prima di Cristo. Nella grotta di Darra-i-Kur, in Badakhshan, sono stati scoperti frammenti di teschio di un uomo di Neandertal. Durante l’età del Bronzo, tra il III e il II millennio a.C., con l’incremento del commercio con la Mesopotamia e l’Egitto e soprattutto con l’esportazione di lapislazzuli, estratti dalla miniera di Badakhshan, si svilupparono i primi centri urbani: Mundigak e Deh Murasi Ghundai. Successivamente, con la crescita del popolamento negli altopiani della Persia, nelle steppe dell’Asia Centrale e nella valle dell’Indo, la regione si trasformò in luogo di frequente passaggio e il passo di Khyber divenne la porta d’ingresso verso il nord dell’India. Nel corso della storia, il territorio ha avuto tre denominazioni principali: Ariana, quando, duemila anni prima di Cristo, vi si insediarono alcune tribù ariane, Khurasan nel Medioevo e Afghanistan in tempi moderni. Si suppone che Kabul sia stata fondata nell’epoca dell’insediamento ariano e che nel territorio di Ariana sia stato compilato il Rig Veda, uno dei testi fondamentali dell’induismo.
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L'invasione dell'Islam
L’islam penetrò in Afghanistan quando le forze musulmane sconfissero i Sasanidi nel 642 a Nahavand (vicino all’attuale Hamadan, in Iran) e raggiunsero il territorio afghano, che tuttavia risultò difficile da controllare per i musulmani, che intendevano convertirne gli abitanti. I secoli IX e X videro l’ascesa di varie dinastie islamiche locali. Una delle prime fu quella dei Tahiridi, stabilitisi a Khorasan, il cui regno incluse Balkh e Herat. A questa dinastia successe quella dei Safavidi, originari di Seistan. I principi del nord divennero presto feudatari dei potenti Samanidi, i quali, governando da Buhara, fecero comunque conoscere il loro splendore a Samarcanda, Balkh e Herat.

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Le guerre Anglo-Afghane

La prima guerra anglo-afghana (1839-1842), persa dalla Gran Bretagna, consolidò il dominio dello shah Dost Mohamed, relativamente favorevole ai russi. Questo re volle aumentare la sua influenza nel nord dell’India, dove fomentò ribellioni antibritanniche. Quando la sua posizione si rafforzò con suo figlio, lo shah Shere Ali, gli inglesi tornarono a invadere il Paese. Come conseguenza della seconda guerra anglo-afghana (1878-1880), la dinastia Durrani venne deposta e I’Afghanistan fu privato dei territori situati a sud del Khyber (incluso il passo). Il Paese fu così sottoposto al governo di un emiro imposto dagli inglesi, perdendo il controllo della sua politica estera. Nel 1893, la Linea Durand, che non fu presentata come ripartizione di confini, delimitò le zone di responsabilità per il mantenimento della legge e dell’ordine tra l’India britannica e l’amir Abdor Rahaman Khan, che governava da Kabul. Nel 1919, dopo una terza guerra anglo-afghana durata solo quattro mesi, l’Afghanistan si liberò dal protettorato britannico. Il leader dell’indipendenza fu Amanullah Kan, nipote dell’emiro imposto dai britannici
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La prima repubblica
Mohammed Daud Khan diede vita alla prima repubblica afghana, ma il suo governo non durò molto. Infatti il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), d'ispirazione marxista-leninista, rovesciò il governo di Mohammed Daud Khan il 27 aprile 1978 con un colpo di Stato (la cosiddetta Rivoluzione di Saur) e diede vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan governata dal leader del partito, Nur Mohammad Taraki. Nei mesi successivi al colpo di Stato, il governo avviò una serie di riforme: fece distribuire le terre a 20.000 contadini, bandì l'usura, regolò i prezzi dei beni primari, statalizzò i servizi sociali garantendoli a tutti, diede il riconoscimento al diritto di voto alle donne, vietò i matrimoni forzati e lo scambio di bambine a scopo economico, sostituì leggi tradizionali e religiose con altre laiche, rese pubblica a tutti l'istruzione, anche alle bambine che in precedenza non potevano andare a scuola. Queste riforme erano in contrasto con le autorità religiose locali e tribali che si opposero alle politiche di Taraki. Nel mese di settembre 1979 Taraki venne assassinato, su ordine del suo vice primo ministro Hafizullah Amin, il quale lo sostituì alla guida del Paese. L'URSS non si fidò di Amin, sospettato di legami con la CIA, e decise di invadere il Paese, anche a seguito di un aumento delle rivolte e del conseguente rischio di destabilizzazione della zona. L'Armata Rossa entrò a Kabul il 27 dicembre 1979 e mise al potere Babrak Karmal. La guerra con i mujaheddin, finanziati anche dagli Stati Uniti, fu lunga e cruenta e terminò con l'abbandono del Paese da parte dei Sovietici nel febbraio 1989.

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Stato islamico dell'Afghanistan

Il 17 aprile 1992 i mujaheddin costrinsero il presidente Mohammad Najibullah alla fuga e proclamarono la nascita dello Stato Islamico dell'Afghanistan. Le forti tensioni tra i comandanti dei mujaheddin portarono alla nascita dei talebani, una milizia composta da giovani afghani di origine pashtun provenienti dalle scuole islamiche del Pakistan e da mujaheddin delusi dai loro comandanti. I finanziamenti derivati dal traffico degli oppiacei consentirono ai talebani di acquistare gli armamenti con cui condurre una guerra civile conclusasi nel 1996 con la presa di Kabul e la nascita dell'Emirato Islamico dell'Afghanistan capeggiato dal mullah Mohammed Omar. Il governo dei talebani trovò l'opposizione di alcuni mujaheddin guidati da Ahmad Shah Massoud e riuniti nell'Alleanza del Nord, mentre ottenne l'appoggio dell'organizzazione terroristica al Qaida capeggiata dal miliardario saudita Osama bin Laden, giunto in Afghanistan nel 1996.
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L'invasione Americana
In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 e al continuo rifiuto da parte dei talebani di consegnare Osama bin Laden, gli Stati Uniti d'America decisero di invadere l'Afghanistan con l'obiettivo di porre fine al regime dei talebani ed eradicare al Qaida dal territorio. La superiorità militare statunitense consentì di riconquistare Kabul e nell'arco di tre mesi di instaurare un governo di transizione guidato da Hamid Karzai, poi ufficializzato il 9 ottobre 2004 con la celebrazione delle prime elezioni presidenziali da lui vinte. Durante la sua presidenza restò nel paese una considerevole presenza dei contingenti NATO dell'ISAF, che tentarono senza successo di porre fine alla guerriglia talebana; nel 2014 nuove elezioni videro la nomina a presidente di Ashraf Ghani. In seguito alle elezioni fu inaugurata l'operazione Sostegno Risoluto con l'obiettivo di formare un esercito regolare in grado di fronteggiare autonomamente la guerriglia talebana.

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La sua economia

L'economia afgana è una tra le più povere del pianeta e risente dei continui conflitti che si sono susseguiti negli ultimi decenni che hanno distrutto le infrastrutture, sconvolto il sistema sociale, vessato e decimato la popolazione. La produzione di cereali sia per molti contadini sia per gli insorti, principalmente nelle regioni settentrionali, è a conduzione familiare, l'unica coltivazione redditizia è il papavero da oppio. I "lavoratori" sono sottopagati (la paga mensile varia da 1 a 3 dollari) e eventualmente umiliati in pubblico per demolirne lo spirito per rendere più efficiente la produzione. Le strade che transitano a Salang e a Tang-e Gharu ebbero un ruolo strategico nei recenti conflitti, l'uso estensivo da parte di veicoli militari ha lasciato le strade in cattive condizioni, diversi ponti bombardati non sono stati ricostruiti, di frequente le strade vengono chiuse a causa dei conflitti nell'area con grave danno al transito di beni di primaria necessità, attrezzature di emergenza e materiali per la ricostruzione destinati all'intero paese. Ampie porzioni di territorio rimangono minate. Il commercio risente della forte concorrenza sleale del contrabbando attuato principalmente attraverso l'Afghan Transit Trade.