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L'intervento dell'Italia e della Francia

La firma del trattato di Doha ha cambiato le carte nel tavolo dell’unione europea e mondiale. Il primo gesto unanime delle nazioni presenti nel territorio afgano è stato quello di ritirare le proprie truppe militari e funzionari nelle varie ambasciate per assicurargli la salvezza in uno stato con la fazione talebana pronta ad imporre il proprio dominio con la forza. Come si sono comportate l’Italia e la Francia di fronte a questa crisi dalla portata mondiale?

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La francia ha fatto meglio di tutti

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«A maggio - tre mesi prima della caduta di Kabul in mano ai talebani - la Francia ha iniziato ad evacuare gli afghani che lavoravano per la sua ambasciata e altre organizzazioni francesi, insieme alle loro famiglie». «Secondo i funzionari, 623 persone sono state trasportate in Francia nelle settimane prima che l'esercito afghano crollasse e che il gruppo militante islamico prendesse il potere. Queste evacuazioni si sono aggiunte agli 800 afghani e relativi parenti che avevano lavorato con le forze armate francesi e che erano già stati trasferiti, dopo che Parigi aveva terminato le operazioni militari in Afghanistan nel 2014».

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L'italia in afghanistan

La missione italiana nel paese è iniziata nell’ottobre 2001 e la base operativa dopo un breve tempo a Kabul è stata trasferita a Herat. Durante questi vent’anni sono passati dall’Afghanistan circa 50mila soldati tricolori, ma mai più di 5mila nello stesso momento. In 53 sono morti. Negli ultimi tempi il contingente aveva già cominciato a sgonfiarsi e in effetti al momento sono 800 circa i militari ancora presenti che nelle settimane a venire lasceranno definitivamente il paese. Fino alla fine del 2020, l’Italia aveva speso oltre 8,4 miliardi di euro per la sua missione in Afghanistan secondo documenti ufficiali, una cifra che in realtà è ben più alta sia per le tante spese indirette che rimangono nascoste sia perché ancora non si hanno i dati aggiornati al 2022. La domanda è una sola: ne è valsa la pena? La risposta è che ci sono molti dubbi al riguardo.

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la posizione dell'italia

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L’Unione europea non aprirà corridoi umanitari per i profughi dall’Afghanistan né consentirà che si ripeta la grave crisi migratoria del 2015. Lo ha detto il premier conservatore sloveno Janez Jansa. “Non ripeteremo gli errori strategici del 2015. Aiuteremo solo coloro che ci hanno aiutato durante la missione Nato e i Paesi membri della Ue che difendono i nostri confini esterni”, ha detto Jansa citato dai media serbi.
“Il Presidente Jansa dice che l’Unione non aprirà corridoi umanitari per i profughi afghani? Non solo non risulta alcuna decisione in tal senso ma è l’esatto contrario dell’orientamento prevalente nei Paesi dell’Ue. La sua dichiarazione scavalca la Commissione, non rappresenta l’indirizzo dei Governi né della maggioranza del Parlamento europeo: Jansa si esprime a titolo personale e lo fa esorbitando dal suo ruolo”. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera. Di Maio, ministro degli esteri si é impegnato duramente durante la crisi in Afghanistan. “L’Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l’aeroporto di Kabul, continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. Abbiamo evacuato finora circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari. Il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500”

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le proposte fatte dalla francia

La Francia ha lavorato ad una proposta, presentato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, volta a stabilire una “safe zone” a Kabul per garantire alle persone che cercano di lasciare l’Afghanistan un passaggio sicuro. Lo ha reso noto il presidente francese, Emmanuel Macron, aggiungendo che Parigi ha altresì discusso con i talebani per convincerli a consentire ulteriori evacuazioni e il proseguimento delle operazioni umanitarie sul posto. Il presidente, tuttavia, ha voluto specificare che le discussioni con i talebani non significano che la Francia ha in programma di riconoscere ufficialmente il governo talebano. La Francia e il Qatar hanno condotto il 2 dicembre 2021 un'operazione umanitaria congiunta a beneficio della popolazione afghana. L'operazione ha permesso a entrambi i paesi di trasportare circa 40 tonnellate di attrezzature mediche, cibo e forniture invernali per le organizzazioni internazionali in Afghanistan.
L'aiuto francese, costituito principalmente da attrezzature mediche destinate all'Istituto medico per la madre e il bambino a Kabul, è stato trasportato in Afghanistan tramite un volo militare assicurato dal Qatar.
Questa operazione umanitaria congiunta è un esempio di un partenariato intenso e duraturo tra Francia e Qatar e dell'impegno di entrambi i paesi a sostenere la popolazione afghana.
La Francia e il Qatar proseguiranno la loro stretta cooperazione per contribuire al miglioramento delle condizioni umanitarie e della stabilità in Afghanistan attraverso il sostegno esclusivo alla società civile e alle organizzazioni internazionali.

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© 2022 Riccardo Viani

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